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Ma… gli alieni dormono?
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È ormai cosa certa: fra qualche anno conquisteremo Marte e a poter andare sul pianeta rosso non saranno soltanto gli astronauti. Il cosiddetto “turismo spaziale” è infatti la nuova frontiera del business, che vede protagonisti aziende iperboliche di magnati eccentrici ma anche la stessa Stazione Iss, che potrebbe ospitare turisti al costo di 35.000 dollari a notte (il viaggio totale avrebbe un costo di circa 58.000.000 di banconote verdi). Se dormire su una stazione orbitante potrebbe non essere il massimo del comfort, anche perché gli spazi ristretti e l’assenza di gravità potrebbero creare qualche problema, almeno nelle prime notti, addormentarsi su Marte arriverebbe a essere ancora più… complicato. Bene, se c’è qualcuno che è esperto di sonno spaziale, non ce ne vogliano gli astronauti terrestri, sono sicuramente gli… alieni! Non manca in questo senso una teoria suggestiva, quella dell’estivazione delle civiltà extraterrestri. Questa teoria sostiene, in pratica, che le civiltà avanzate si basano sui calcoli, attività che sanno compiere in modi a noi nemmeno immaginabili ma che, a causa di perturbazioni termodinamche, non sono attualmente in grado di sfruttare tutta l’energia necessaria a queste computazioni e allora, aspettando tempi migliori, sono in una sorta di stato ibernato detto “estivazione”. L’attesa, sia ben chiaro, serve a raggiungere l’epoca in cui sfruttare tutta l’energia necessaria, sarà razionalmente corretto. Quindi gli alieni ci sarebbero, avrebbero raggiunto stadi di sviluppo incredibili e avrebbero deciso di andare in letargo sino al momento in cui, per le loro tecnologie, sfruttare l’energia cosmica sarà conveniente. Nel caso in cui, noi terrestri dovessimo però realizzare sul serio la prospettiva dei viaggi cosmici, ci troveremmo già nel sistema solare a dover combattere fra i nostri ritmi sonno/veglia e la durata del giorno sui vari pianeti. Se qui da noi ce la si cava in 24 ore e su Marte il giorno dura solo 39 minuti in più rispetto al nostro, come potremmo fare su Urano che fra un’alba e l’altra ci farebbe aspettare ben 84 anni terrestri? Non ci andrebbe troppo bene nemmeno su Venere e Mercurio, dove si va a letto e ci si alza rispettivamente dopo 116 e 176 giorni (o meglio: la metà di 116 e 176, calcolando una suddivisione equa fra veglia e sonno). Che dire poi del riposo interrotto su Giove o Saturno, posti in cui il gallo canterebbe dopo sole 10 ore (il primo) e poco meno di 11 (il secondo)? E Nettuno? Anche qui poca gloria per i dormiglioni, il giorno dura 16 ore e 6 minuti. L’ultima speranza rimane Plutone, che però non è più considerato un pianeta, visto che gli scienziati lo hanno classificato come “nano” ed escluso dai titolari del sistema solare. Sul piccolo astro scoperto nel 1930, molti abitanti della Terra farebbero però volentieri ricorso se dovessero scegliere una vacanza spaziale. Il giorno plutonico dura infatti quanto 6 giorni (e 8 ore) terrestri e visto l’arretrato di sonno che c’è sul nostro pianeta, sarebbe l’ideale per recuperare un po’. Magari... in compagnia di qualche alieno in estivazione!


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